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I genitori del mio amico


di Femboy
15.03.2022    |    5.846    |    9 9.7
"Profumavo come lei, ero vestito come lei..."
A 15 anni ero innamorato della mamma di un mio amico.
Fino a quel momento il mio lato spiccatamente femminile mi aveva condotto ad avere esperienze solo con uomini, le ragazze non mi interessavano granché sessualmente.

Antonella però aveva 40 anni, minuta, il fisico scolpito dallo spinning e gli occhi grandi e verdi. Aveva un carattere affascinante, di polso, da donna che deve gestire 3 uomini in casa. Profumava sempre di buono, i capelli sembravamo sempre appena fatti e le mani curate, i piedi, un 36, con lo smalto tasparente sempre appena messo, con il french bianco senza mai una sbavatura.

Mi trovavo spesso a segarmi pensando a lei, magari dopo aver passato il pomeriggio a casa del mio amico, seduti a terra a giocare ai videogiochi mentre lei girava scalza per casa.
Mi eccitava da morire, ma non mi sono mai immaginato a scoparla, piuttosto sognavo che fosse lei a scopare me. Così femminile, sensuale, a tratti dominante. Sognavo di leccarla, di svenire con il viso immerso fra le sue cosce mentre la facevo venire con la lingua, godendomi il sapore della sua fica.
Ultimamente capitava che approfittassi del loro bagno e mi tuffassi nella cesta della biancheria alla ricerca delle sue mutandine, sempre di classe, da completini intimi costosi, per annusarle, avvogerle intorno al mio cazzo e masturbarmi. Sborravo su quelle mutandine come un fiume in piena, con tutti gli ormoni di cui ero provvisto.

Una sera mi fermo a dormire a casa del mio amico.
Quel weekend Antonella era fuori città per una gita con le amiche della palestra, e Fabrizio, il marito, era fuori per lavoro.
Ci svegliamo verso l'ora di pranzo e il mio amico mi fa:

- Oh, non c'è un cazzo da mangiare. Vado da mia nonna, gli chiedo di preparare qualcosa e la porto qui. Vuoi venire pure tu?

La mia testa, che già era col pensiero era nella cesta della biancheria, si scosse da sola in un cenno di diniego.

- Vabbè. Torno tra un'oretta. Non finire il gioco senza di me!

Tirai la testa sotto le coperte finché non lo sentii uscire.

Mi alzai e scesi le scale per andare in bagno.
Volevo trovare un paio di mutandine di Antonella nella cesta, farmi una bella sega, e rimettermi a letto.

Arrivato alla porta del bagno però mi accorsi che la camera da letto era aperta, la porta socchiusa. Un brivido di eccitazione mi percorse lungo la schiena, presi coraggio ed entrai.

La stanza profumava di lei, e già mi eccitava.
Iniziai a frugare nei cassetti, in cerca di qualche indumento intimo con cui masturbarmi furiosamente. Sembravo un bambino nel parco giochi.

Poi alla fine, in fondo ad un cassetto, lo vidi.
Un completino di raso viola, con inserti in pizzo bianco, un perizoma sottile. Le calze a rete. Eleganti, ma immaginarle addosso a lei mi faceva venire quasi senza toccarmi.
Davanti a tutta quella bellezza, quei profumi, mi spogliai nudo davanti allo specchio, e con il pene in erezione, bollente, decisi di indossare il completino.

Fisicamente ci somigliavamo, piccoli e minuti entrambi, stesso numero di scarpe.
Mi infilai il perizoma e le calze a rete, allacciai il piccolo reggiseno, mi misi il suo profumo.
Mi sdraiai sul letto, azzardai qualche posa sexy.
Ero carino eh. Senza peli, col mio culetto e viso angelico.
Mi sedetti sul bordo del letto, e iniziai a segarmi guardandomi allo specchio.
Stavo impazzendo. Profumavo come lei, ero vestito come lei. Tirai su le gambe ed iniziai ad accarezzarmi il buchino. Ero in estasi.

Poi sentii le chiavi nella porta di casa.

- Merda! -

Il mio amico era tornato.

Chiusi al volo la porta della stanza.

- Forse sono salvo. Adesso salirà su per le scale e andrà in camera sua, penserà che sono in bagno e io avrò tempo di spogliarmi e di raggiungerlo.- pensai.

Non sentii niente però. Né lui che mi chiamava o saliva le scale, niente.

Poi si aprì la porta della stanza di colpo.
Non era il mio amico.
Era suo padre.

Ero diventato bordeaux. Ero nella sua stanza, vestito con l'intimo della moglie, con le calze a rete.
Ora mi ammazza.

Lui strabuzzo' gli occhi sorpreso. Mi guardò senza parlare, squadrandomi dalla testa ai piedi. Poi sorrise, e chiuse la porta dietro di sé.

Ero raggelato.

- Sai, - disse - avevo mezzo intuito che, insomma, ti piacesse questo genere di cose.

-Fabrizio io, mi dispiace - mi intromisi.

- Però, - continuò senza fare una piega - vedo pure come guardi mia moglie quando sei qui, da bravo adolescente arrapato, e non gli avevo dato peso. E invece guardati -

Continuava a sorridere. Si tolse la giacca, posò la borsa sul letto e accese il pc sulla scrivania.

- Sai, ti sta bene! - riprese.

- Mi dispiace... - ero diventato piccolissimo.

- Sta zitto adesso. E girati.

Mi girai trovandomi davanti allo specchio. Lui si mise dietro di me, e guardandomi negli occhi attraverso lo specchio, mi mise una mano sul culo. Sobbalzai.

- Ti sta proprio bene. - rise.

Si sedette alla scrivania, guardò il monitor del pc e mi chiamò senza guardarmi.

- Avvicinati.

Mi avvicinai. Mi vergognavo, e non riuscivo a non obbedire. E poi, ovviamente, tra quel completino addosso e quella mano sul culo, la mia femminilità era sveglia, e si stava eccitando.

Mi fece inginocchiare al suo fianco, mentre seduto al pc apriva alcune cartelle sullo schermo.

- Guarda qui - disse, indicando il monitor.

Aprì una cartella con scritto "AntoXXX", e dentro c'era il paradiso.

Un'infinità di foto amatoriali della moglie Antonella nuda, in posa, e alcune intenta ad avere rapporti sessuali, anche con diversi uomini e donne.
Stavo per svenire. Il cazzo mi usciva dal perizoma, l'imbarazzo mi infuocava le guance, gli occhi incollati a quelle foto e il cuore che batteva all'impazzata.

- Ti piace eh?- disse.
Non risposi.

Poi lui si tolse i pantaloni e le mutande, rimanendo col cazzo e le palle al vento a pochi centimetri dal mio viso.
Era un bel cazzo turgido, odorava di eccitazione e sudore e le sue palle grosse mi facevano venire voglia di giocarci come una gattina col gomitolo.

Fece partire un video. C'era Antonella nuda, sul letto, con un dildo di plastica. Lo stava leccando.

- Che aspetti, prendimelo in mano.- ordinò.

Iniziai a segarlo. Guardavamo il video della moglie che si masturbava, e io lo stavo segando. Ero eccitatissimo, e iniziai a segarmi anche io.
Il suo uccello bollente cresceva nella mia mano e si inumidiva, mentre nel video Antonella aveva aperto le gambe come un compasso e si saziava con quel dildo colorato.
Gemeva lei nel video, e lui mentre lo segavo.

Poi Fabrizio si alzò e io capiì subito.
Leccai quelle palle da cima a fondo, la saliva colava sul pavimento, e infine mi infilai in bocca quella cappella grossa e succulenta.
Succhiavo gentilente, ma lui mi mise la mano sulla testa e spinse tutta la sua verga nella mia gola. Ero bravo, lo tenni, e lui si eccitò ancora di più.
Mi prese per i capelli ed inizio a scoparsi la mia bocca con foga.
Il video non riuscivo più a vederlo, ma sentivo Antonella godere di piacere , vicina all'orgasmo.
E anche Fabrizio.

Mi sfilò l'uccello dalla bocca e mi inondò le labbra di sborra calda, che colava sul completino che avevo addosso e sulla punta del mio cazzo che svettava fuori.
Stavo impazzendo.

Quando ebbe finito di svuotarsi mi prese e mi mise seduto sul letto, mi sfilò una calza a rete e me la diede.

- Sborra qui. - ordinò ancora.

La avvolsi intorno al mio cazzo e venni immediatamente.

Ero lì ricoperto di sborra e vestito da femmina, esausto.
Mi accarezzo' il viso, prese una goccia di sperma dall'angolo delle mie labbra con un pollice, e me lo infilò in bocca, pulendoselo sulla mia lingua.

- Sei bravo eh. La prossima volta facciamo partecipare anche lei. -

Disse, indicando la moglie nuda sullo schermo.

Poi uscì dalla stanza.

CONTINUA








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